“Connected to self-life and re-life”

“Non fa male! Sei sempre stanco, niente sintomi, niente dolore. È una malattia invisibile, i sintomi si manifestano quando già è in una fase avanzata, quando non si più tornare indietro, e l’unica cosa che ti resta da fare è lottare, andare avanti e adattarsi alla malattia. ” Sono fotogiornalista e allo stesso tempo malata renale cronica dal 2004. Per la prima volta mi sono trovata davanti e dietro la macchina fotografica; fotografa e protagonista allo stesso tempo. La fotografia, è stato un mezzo che è servito per trasformare la mia paura in forza e creatività. L’autoritratto si è convertito come voce di me stessa, un mezzo per raccontare la mia storia, una forma di partecipazione nel reportage, una nuova forma di raccontare le storie con immagini, una forma di conoscenza che serve per rompere la barriera della paura che esiste quando ognuno di noi deve affrontare qualcosa di sconosciuto. Dal 31 luglio 2011, fino ad oggi, ho raccontato la storia di un paziente renale, il momento della predialisi, la scelta della dialisi peritoneale, la relazione con i medici e con gli infermieri, la relazione con la famiglia e gli amici, la relazione con la mia compagna, l’attesa di una chiamata, il momento della connessione a una macchina fino all’arrivo del trapianto. Sono completamente sicura che la malattia, mi abbia reso una persona migliore e di conseguenza anche una fotografa migliore. La mia domanda adesso è questa: sarebbe per me possibile essere fotografa senza aver vissuto l’esperienza della malattia?