“L’esperienza della fotografia come mezzo di auto-rappresentazione”

Nicaragua (1997), Algeria (2002), Palestina (2004), Uganda (2008-2009 e 2011), Betlemme, Dheishe Camp, Gaza e comarca di Kuna Yala, Panama (2010), Argentina, carcere femminile di Ezeiza (2012). Allestiti in aree marginali o di conflitto, rivolti a ragazzi o a gruppi femminili, come l’esperienza con le donne Saharawi o i ragazzi di strada di Managua, i laboratori di FSF-onlus poggiano tutti su una stessa idea condivisa: la fotografia può costituire un prezioso strumento espressivo in grado di offrire a persone che vivono in situazioni difficili e discriminanti un efficace e competitivo mezzo di rappresentazione della propria realtà. Dal di dentro. Mettendo in gioco i propri codici e le proprie sensibilità. Con un linguaggio facilmente praticabile ma comprensibile a tutti. La tradizione del reportage ci ha contrariamente abituati all’osservazione delle situazioni critiche da parte di uno sguardo esterno. Il reporter, per quanto scrupoloso e desideroso di obiettività, mira a documentare, a raccontare per temi, a riportare informazioni, appunto. Ma lo fa, inevitabilmente, con il filtro della propria cultura, suggestionato dall’idea che di quel contesto è riuscito a costruirsi. Nei laboratori di FSF-onlus si pratica esperienza di quanto invece il fotografare possa rappresentare un modo immediato per de-scrivere con occhi propri, per narrare con partecipazione le proprie esistenze senza l’ingombro di filtri. Raccontando di sé molto di più, e riuscendo in certa misura ad alleggerire quel senso di umana impotenza che si genera nella precarietà. Strumento di libera espressione e di auto-rappresentazione consapevole, nei laboratori di FSF-onlus praticare la fotografia significa soprattutto r-esistere a un’ingiusta quanto inaccettabile rassegnazione. Potendo accedere a un valore educativo e mettendo in gioco dei contenuti profondi che nutrono, oltre a tutte le persone coinvolte nei progetti, anche il pubblico delle immagini prodotte all’interno dei laboratori e dei progetti di FSF-onlus. E lo abbiamo visto tante volte nella gioia espressa dagli allievi di fronte alle prime fotografie realizzate, a una mostra o a un libro nato dalle loro immagini.