“Le mie stanze”

Tutti siamo abitati da stanze che non conosciamo.

Stanze che per paura, istinto di sopravvivenza, fedeltà alle origini, teniamo chiuse.  Ignorate ma sorvegliate.

In questo conflitto antico tra la necessità di proteggere il passato e quella di vomitarlo, ci siamo incontrate.

E quest’incontro ci ha permesso di trovarle quelle stanze, e di farle respirare, abitando geografie emotive dove la parola, l’affanno, eredità di dolori irrisolti,  ci impedivano di entrare.

Ciò che ne è scaturito è un autoritratto relazionale: un autoritratto che è al contempo narrazione dell’una, dell’altra, e dell’impronta con cui ci muoviamo nel mondo.

Un’esperienza fotografica di re-esistenza che ci ha permesso di ri-scattare la nostra storia grazie allo spazio-immagine contenitivo offerto dalla nostra relazione, e di sviluppare i nostri negativi in una nuova narrazione intelligibile  e consapevole da cui finalmente potersi separare.