“The waiting room”

Sud Caucaso
Febbraio 2013

Nel 1915 migliaia di armeni sono fuggiti dal proprio paese per rifugiarsi in Siria, a causa della persecuzione ottomana. Quasi cento anni dopo i loro discendenti sono nuovamente obbligati a scappare. Con lo scoppio della guerra civile in Siria hanno stavolta cercato protezione in Armenia e Nagorno Karabakh, le terre dei loro avi. I governi dei due paesi hanno adottato una serie di agevolazioni per i rifugiati a livello burocratico, abitativo ed educativo. Nel 2012 hanno aperto anche una scuola interamente siriana, con testi e professori in lingua araba. Al momento in tutto il Sud Caucaso soggiornano circa 6000 armeno-siriani. La maggior parte di loro vive una situazione di immobilità, nell’attesa di capire cosa fare del proprio futuro. La difficoltà nel trovare lavoro scoraggia i più. Raffi, disoccupato da più di sei mesi, pensa addirittura di tornare in Siria, nonostante la guerra. Moses ad Aleppo ha visto distruggere sotto i propri occhi la sua fabbrica tessile dove lavoravano quasi trecento operai. Ora sta provando ad aprire una piccola paninoteca nel centro di Yerevan. Nanor vorrebbe riprendere la sua professione di interior design. Aline spererebbe di tornare in un Aleppo senza guerra. Ma intanto viste le problematiche impiegatizie sta pianificando di trasferirsi a Beirut. La famiglia Krpoyan ha quasi finito i propri risparmi e non ha idea di come riuscire a sopravvivere. Un popolo che non riesce a trovare pace. Schiacciato da fanatismi religiosi ed economici, presenti e passati.