“Riflessi”

Esporre le mie opere al Perugia Social Photo Fest, mi dà la possibilità di mettere l’attenzione sul fatto che nel processo creativo parto sempre da una fotografia. Sono prevalentemente foto di volti, che trovo nelle storie di cronaca, sui giornali o nel web, che poi fotocopio su carta, e diventano il centro intorno a cui si sviluppa il quadro, o l’installazione.

Non c’è disegno sotto la mia pittura. Bensì sempre una o più foto fotocopiate. Perché quanto mi interessa è portare una traccia di “vita” all’interno del quadro.

La foto per sua natura, registra un frammento di vita. Quella parte vitale mi interessa “innestare” nell’arte. In particolare, i quadri esposti per il PSPF sono pitture ad acrilico su lastre di acciaio inox. L’acciaio è una superficie riflettente e specchia l’ambiente circostante, che quindi entra a far parte del quadro stesso. Sopra l’acciaio il colore sembra scivolare via insieme ai riflessi. Come la superficie dei tanti schermi che ci circondano nel quotidiano, sopra cui scorrono incessantemente immagini, sempre diverse. Le immagini (e le notizie) passano veloci, niente sembra toccarci veramente, tutto scorre in superficie. Tranne quei volti, presi dalla cronaca, che “parlano” di storie tragiche, terribili. Quel volto fotocopiato, che è quanto rimane di una vita segnata dalla tragedia, dalla violenza spesso, ci costringe a fermare lo sguardo, e il cuore, per una lieve emozione.

Quel volto ci obbliga a cercare oltre la superficie (degli schermi), scivolosa e in movimento, e rimanda alla profondità che è la vita, ogni vita.