“A singular vision”

“A Singular Vision” è l’inizio di un nuovo viaggio.

Noah è un giovane fotografo belga con disturbi dello spettro autistico nato all’alba del XXI secolo. Esprime la sua singolarità e la sua visione del mondo attraverso l’obiettivo. Noah condivide con noi la sua grande sensibilità.

Essere neuro-atipico rende le relazioni complesse quindi la fotografia crea un collegamento tra entrambi i mondi.

La fotografia crea senso la dove le parole non riescono.

La simmetria e l’equilibrio sono la chiave per Noah. Anche tra la folla, attraverso la fotografia, trova un modo per recuperare questo senso e mostrarcelo. Attraverso le sue immagini, dà corpo al mondo che lo circonda. Le prime fotografie risalgono al 2015. Gli ci vollero quattro anni per accettare di iniziare a fotografare. Tutto ebbe inizio quando cominciò a stampare le immagini che prima guardava al computer. Il valore terapeutico della fotografia va al di là dell’immaginazione.
La fotografia ha aiutato Noah nel processo di apprendimento e acquisizione di: parole, discorsi, nel raccontare storie, nel dare un senso alla scala temporale, alla storia familiare e ai confini fisici.

Foto scattate nel corso degli anni si trovano ovunque in casa. È uno strumento giocoso e potente, disponibile in tutte le misure, colori e forme. Crea un’opportunità per una relazione.

La fotografia lo rende un artista piuttosto che una persona con autismo. Le sue immagini parlano a molti e le sue fotografie fanno parte di collezioni private.

La ricerca è appena iniziata, tanto che Noah usa solo la sua fotocamera Fuji. Si rifiuta di fotografare momenti quotidiani con il suo smartphone. Non ha mai partecipato a una singola lezione di fotografia. Tutto viene da dentro.
Non lasciare mai che un handicap sia più di un handicap, potrebbe essere il suo motto.

“Il mio nome è Noah Brombart. Ho 18 anni. Vivo con l’Autismo. Vivo a Genval in Belgio. Sono felice di mostrare le mie fotografie. Uso la macchina fotografica per condividere la mia visione del mondo. Quando scatto fotografie mi sento bene. Ho iniziato a scattare quando avevo 15 anni. Non riesco a scrivere di più, è un grande sforzo.”

Noah è nato e cresciuto in Belgio. Parla francese e inglese. Come per tutti gli adolescenti affetti da autismo, la scuola è stata un incubo (cinque anni di asilo e cinque anni di scuola primaria). Noah ha anche una malattia genetica ai reni che gli ha distorto le gambe. I suo genitori divorziarono quando aveva 5 anni. Sebbene la sua famiglia è molto unita, subire questi cambiamenti è stato una vera montagna russa emotiva.

La fotografia è uno strumento di resilienza emotiva che da un lato crea senso nel non-senso e dall’altro lo rende un artista che desidera l’autonomia. Come pezzi di un puzzle gigante, poco a poco, Noah riscrive la sua vita attraverso le immagini. E crea un senso verso la felicità.