“Dare alla luce”

Non mi interessa catturare una realtà “concreta” nelle mie fotografie. Il mio obiettivo è usare la fotografia come mezzo per esplorare la relazione tra ciò che è visibile e ciò che non lo è. Ho lavorato sulla serie “Dare alla Luce” in modo graduale nel tempo, partendo inizialmente da una raccolta di fotografie d’epoca, recuperate da diverse fonti. Sono intervenuta sulle foto alterandole manualmente, poi le ho ri-fotografate producendo immagini “rifatte”, che oscillano tra ciò che è presente e assente.

Lo scopo è di riflettere sulla qualità fragile dell’oggetto fotografico e quindi sulla fragilità della nostra vita, e della nostra storia. Ci perdiamo tutti così facilmente. Usando gli strumenti della fotografia, “riuso” la luce, permettendole di brillare attraverso i fori. Come se fosse un gioco, ma letteralmente riporto alla luce i soggetti delle fotografie, spingendoli allo stesso tempo oltre se stessi. Gioco con la luce e la uso in modo metaforico per permettere nuove interpretazioni, a volte con interventi pesanti altre volte più delicatamente.

Le immagini sono permanetemente modificate, sono andate perse e rinascono. Da qui il titolo “Dare alla Luce” nel senso italiano del termine che fa riferimento alla nascita. Il titolo di ogni pezzo è significativo. Alcuni titoli sono stati presi direttamente dalle annotazioni riportate nelle fotografie originali, mentre per quelle che non riportavano alcuna informazione rispetto alla loro provenienza ho dato un titolo che riportasse le sfumature della fotografia e il modo in cui noi interagiamo con le immagini.