“Distant & Close”

Premio speciale della giuria “Call for Entry” 2016

Questo lavoro segna l’inizio della mia ricerca sulla capacità della fotografia di mostrare ciò che non è visibile agli occhi,  ma ugualmente reale.
Come le relazioni, per esempio. Esse sono qualcosa di effimero, non è così semplice arrivare, vedere di cosa si tratta e ritrarle. Ancor di più quando si tratta della propria famiglia e dei rapporti che la costituiscono.
Credo che la natura delle relazioni familiari sia duplice. Infatti, la vulnerabilità è spesso l’altro lato dell’intimità umana. Perchè è così? Si tratta di un’implicazione della minima distanza tra le persone? Forse è perchè la casa è il luogo dove ci sentiamo al sicuro, ci apriamo e quindi abbassiamo la guardia e siamo vulnerabili?
La ricerca di risposte a tali quesiti è divenuto il nucleo emotivo della storia Distant and Close.
In un certo senso, si tratta di un lavoro terapeutico, perchè mi ha permesso di superare un momento difficile nei miei rapporti familiari. La necessità di analizzare la mia famiglia mi ha permesso di prendere una certa distanza, di calarmi nel ruolo di ricercatore piuttosto che partecipare direttamente agli avvenimenti.
La cosa piu difficile è stata decidere di mostrare noi stessi e ciò che accade tra noi per come lo vedo realmente.
Non è tanto decidere di avere un punto di vista personale, quanto scegliere di renderlo pubblico. Aprirsi vuol dire rendersi vulnerabili.
Ma andando avanti, dopotutto, mi sembra più vero contrario. Mi sento piu forte e protetta ora che sono riuscita a guardare negli occhi la mia verità.