“L’amore di Betania”

«Ho sempre creduto che la fotografia abbia il valore di svelare, oltre che di raccontare; di portare alla luce le profondità di un gesto, l’intensità di quei momenti che sfuggono allo sguardo, di squarciare ogni volta una cecità». È con questo in mente che Valerio Bispuri narra la storia di Betania, una donna lesbica di trentacinque anni che ha vissuto di fronte al suo obiettivo molti momenti rilevanti della sua vita privata. Le foto ripercorrono sei anni della sua vita a Buenos Aires e delle sue relazioni, fino a quella con la sua attuale, amata compagna Virginia; sullo sfondo, l’Argentina, il primo paese del Sud America a legalizzare nel 2010 le unioni omosessuali.

Ritraendo Betania, Bispuri ritrae gli aspetti più profondi dell’intimità lesbica, intesa come visione unica del mondo, dei sentimenti, del sesso, della vita, e ne esplora il linguaggio peculiare di atteggiamenti, gesti, aspirazioni all’autonomia e al riconoscimento; eppure di questo linguaggio mostra al contempo il carattere universale, che travalica il genere e l’orientamento sessuale per riaffermarne l’appartenenza all’erotismo generale degli umani. L’amore di Betania è fatto di movenze minime, di abitudini e al contempo di eccezioni, di slanci improvvisi, colti – le une e gli altri – nella loro immediatezza in un lavoro che ha per molla principale la comprensione, l’empatia, la dolcezza: che si tratti dello sguardo di lei attraverso un vetro, del semplice atto di calzare una scarpa rossa o dell’estrema sensualità del suo corpo sdraiato su un letto. L’amore di Betania è fatto di passione, di senso del possesso, di una forte energia sessuale: potenze che attraverso il lavoro di Valerio Bispuri attraggono l’attenzione di chi osserva tanto sugli aspetti emotivi e biologici quanto sulle declinazioni visive, esteticamente rilevanti, dell’esperienza intima; riuscendo a comunicare a chiunque, di qualunque orientamento, che cosa significa amare intensamente, come se al mondo non esistesse nient’altro.

Vincenzo Ostuni

Mostra curata da Valeria Fornarelli e Valerio Bispuri