“Inside outside under Bucharest”

Quando abbiamo visitato per la prima volta la loro casa sotterranea nel centro di Bucarest, non ci saremmo mai aspettati che nel tempo saremmo diventati membri della loro famiglia. Bambini d’età fino a quaranta anni, che sono la tribù di strada di Gara de Nord (stazione nord).
Molti di loro, cresciuti nell’esclusione sociale, portano i segni della droga scoperta in giovane età, delle malattie e della prigione. A volte sembrano correre verso la morte apposta e, tristemente, qualcuno me lo ha confessato davvero.
Eppure da soli hanno imparato i valori della condivisione e un legame fraterno. Alla ricerca di affetto e sicurezza, questi ragazzi si sono sostenuti a vicenda, raccogliendosi intorno a una figura paterna. Seguendo regole che possono essere facilmente fraintese nel mondo “civilizzato”, hanno fondato una piccola comunità opposta alla società ‘sopra la terra’.
Non solo rifugio per emarginati, il tunnel sotterraneo è anche luogo d’incontro per una comunità in cerca di autonomia e auto-sostentamento.
La nostra ricerca ha seguito le storie di chi è cresciuto in situazioni di deprivazione materiale ed emotiva, ma ha poi trovato accettazione in una comunità rifiutata ma sorprendentemente compassionevole.
Per due anni abbiamo vissuto sulle strade di Bucarest con una delle comunità più marginalizzate d’Europa. Durante questo periodo, avendo noi stessi sperimentato alcune conseguenze del disordine sociale, siamo stati costretti a riconsiderare la nostra condizione, comprendendo quanto fragile e imprevedibile siano i principi che governano l’esistenza degli esseri umani.
Abbiamo documentato una realtà complessa, nella quale l’illegalità e la droga sono in larga parte effetti collaterali di una forma di adattamento alla marginalizzazione. Speriamo di consentire al nostro pubblico di immaginare com’era la vita a Gara de Nord, senza che i loro occhi siano offuscati dalla pietà, dal giudizio o dalla paura, rendendolo così partecipe di un incontro personale.