“Another Family”

 

La prima volta che ho visto Lilya è stato fuori da un famoso club underground a San Pietroburgo. Era accucciata a terra, pisciava.

“Posso fotografarti?”

Un punk che badava alla carrozzina mi apostrofò “Fanculo!”, ma Lilya si mise a posare per me con grande entusiasmo. Era fiera della propria bellezza, del suo look estremo, e della sua bionda, angelica bambina.

Poi mi invitò a casa loro – una stanzetta in una casa popolare. Odori nauseabondi e gente ubriaca. Il suo ragazzo Pasha, che lei chiamava “Dente di Leone” per i suoi capelli ricci era un punk e un drogato molto aggressivo. Ascoltavano pessima musica, guardavano film horror, e la loro stanza sembrava più un club cyber-punk che un’abitazione. La bimba gattonava per tutta la stanza, toccando bottiglie vuote, lenzuola sporche e cacca di gatto … e la madre ogni tanto la tirava via: “Anfisa!”

Vivevano nell’oscurità, confondendo notte e giorno, pesanti tende chiuse alle finestre, scendendo in strada solo per elemosinare i soldi necessari a comprare alcolici scadenti (non avevano abbastanza soldi per la droga). La figlia stava con loro tutto il tempo, osservando tutto con occhi sbarrati, cercando di toccare e assaggiare di tutto. La nutrivano con latte artificiale molto costoso, la proteggevano dai pericoli, le cambiavano il pannolino … “Anfisa, basta! Anfisa, a letto!”

Anfisa dormiva nonostante la musica terribile e il frastuono. Era molto tranquilla e educata, non piangeva quasi mai.

Per sette giorni ho fatto avanti e indietro con la macchina fotografica: più tardi, avrebbero ricordato di quei momenti come la fine di un periodo in cui avevano toccato il fondo. Poco dopo avevano cacciato via tutti gli ospiti, pulito la casa, e ricominciato a vivere come gente normale … Beh, più o meno (ma dopotutto, cosa vuol dire “gente normale”?). Questo è durato solo fino al successivo brutto periodo.

Sono trascorsi due anni dalla realizzazione degli scatti. Ho fatto visita alla famiglia altre volte. Non avevano cambiato stile di vita, facevano ancora uso di droghe ma sembravano vivere in una felice dimensione bohemien, prendendosi cura della bambina, riconoscendola come parte della propria esistenza, a volte con umorismo. Il quartiere si era popolato di altri che condividevano lo stesso stile di vita, in un’atmosfera pacifica e amichevole.

Ma circa sei mesi fa, Lilya ha lasciato la famiglia, e nessuno sa dove si trovi. Pasha porta la figlia all’asilo e va a fare lavoretti saltuari. La piccola ormai parla e sembra crescere normalmente. Solo lo sguardo è più serio di quello degli altri coetanei. Pasha è disperato e aggressivo, e rifiuta ogni tentativo di interessamento e aiuto alla sua famiglia.