“Immobili”

(Paolo Nebbiai, Alessio Alberico, Lorenzo D’Amore, Chiara Franceschelli, Pamela Ceccarelli, Fabrizio Bellini)

“Immobili” nasce dalle coordinate di uno smarrimento. Sono mappe caotiche, dei messaggi in bottiglia che cinque passanti spediscono per cercarsi. Siamo in periferia, in quei fazzoletti di terra tra i quali, timidamente, una città lascia spazio alla sua vicina . Armati di macchina e pellicola, i nostri cercano di penetrarvi, di disegnare i limiti dell’agglomerato, ma ben presto l’impresa cessa di essere un viaggio cartesiano: i palazzi si infittiscono, le finestre si ripetono, e le saracinesche, una volta abbassate, cessano di dare informazioni sulla vita.  “Immobili” è un dedalo di punti di riferimento inutili, perché non caratterizzanti. Pattern urbani usati come sassolini bianchi per ritrovare la strada di casa. E’ uno sguardo sulle grammatiche del cemento; un’ipotesi dal di dentro – e quindi completamente personalista e frammentaria – sulla psicogeografia dell’abitare. Abbraccia tutti i luoghi, oppure nessuno. Esattamente da lì i cinque fotografi si inviano cartoline in bianco e nero per indicare la propria s-posizione.

Cuartonigro Photolab è una stanzetta oscura in uno spazio comune, con delle persone che si chiudono dentro a luce rossa. Qualcuno accende la sigaretta, imposta una stampa in bianco e nero, sbaglia; poi prova di nuovo, e sbaglia meglio. Dai rottami russi al foro stenopeico, dai pennelli al caffè solubile, con guanti e spugna o le mani nell’acido, ogni gioco è buono.